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Questo libro-intervista a Evaldo Violo, per oltre trent'anni direttore della BUR e oggi consulente della Nino Aragno Editore, offre l'occasione per ripercorrere, da un'angolazione privilegiata, un buon tratto della storia dell'editoria italiana del dopoguerra. Lo sguardo di uno dei suoi protagonisti si posa infatti, senza mai sfuggire alla complessità dei problemi, su una vicenda strettamente connessa a quella di un paese che in pochi anni ha conosciuto una trasformazione profonda della sua struttura sociale, secondo un processo non privo di contraddizioni anche drammatiche e di forti squilibri. Tra i paesi cosiddetti avanzati l'Italia vanta uno dei più bassi indici di lettura, un dato che incide si può dire in permanenza nella progettazione di una linea editoriale che debba coniugare qualità e bilanci, rigore e divulgazione. Il caso della BUR che rinasce nel 1973 con una proposta fortemente innovativa senza per questo spegnere il ricordo della gloriosa collana "grigia" che l'aveva preceduta emerge dalle parole del suo storico direttore con forza di paradigma, vivacità di racconto, schiettezza di giudizio.